Ed io credo che il tema sia proprio qui. Come ha già scritto Bifo [http://www.bolognacittalibera.org/profiles/blogs/dopo-il-futuro], ma anche Mazzetta [http://mazzetta.splinder.com/post/23744837/i-giovani-non-hanno-coscienza-politica], intanto la protesta è generalizzata nel resto d'Europa. E non può essere diversamente. Di fronte alla crisi conclamata, chi tiene le leve del potere economico e politico a Roma come a Parigi, a Londra come ad Atene, sta scaricando i costi sulle fasce più deboli della popolazione. Ed in particolare sulle generazioni di chi è studente oggi e di chi ha subito ogni forma di precarizzazione negli ultimi 15 anni. E' questo il comun denominatore di tutte le proteste che hanno come bersaglio il governo (anzi i governi), ma chiamano in causa almeno vent'anni di scelte economiche e sociali che ci hanno portati a questa situazione. E la classe politica, interrottamente al potere nella logica dell'alternanza, che le ha promulgate. La stessa dalla quale questo movimento prende le distanze. E bastava leggere gli slogan, per capirlo: "Resisteremo un minuto in più di voi" (come dicono i No Tav in Val di Susa) o il "Que se ne vadan todos" che già risuonava [http://informazioneindipendente.noblogs.org/post/2009/02/17/que-se-vayan-todos-che-se-ne-vadano-tutti/] per le strade di Buenos Aires per la crisi argentina del 2002, ma soppratutto "Se ci bloccano il futuro noi blocchiamo la città". E ancora consiglio di leggere gli stralci delle discussioni [http://coordinamentoprecariuniversita.wordpress.com/2010/12/16/a-quelli-benpensanti-che-ti-aggrediscono/] pubblicate sul sito dei precari dell'Università, oppure una toccante intervista [http://danielebarbieri.wordpress.com/2010/12/15/xyz-%e2%80%9ci-primi-lacrimogeni-della-mia-vita-ieri%e2%80%9d/] di Daniele Barbieri fatto ad un ragazzo che era alla sua prima manifestazione. O ancora la lettera [http://www.matteobartocci.it/2010/12/16/una-risposta-a-saviano-sugli-scontri-di-roma/] di un ragazzo di 26 anni a Saviano o vedere questo servizio di Francesca Nava per La7.Se perfino un giornalista come Bonini di Repubblica, ha dovuto dire [http://tv.repubblica.it/copertina/gli-arrestati-di-roma-giovani-studenti-e-incensurati/58379?video&ref=HRER3-1] per la stessa testata dove scrive Saviano che la cifra distintiva di tutto il 14 era la rivolta sociale, vuol dire che di vuole davvero una forte dose di ignoranza, o disonestà intellettuale, per accumunare questi movimenti a quelli degli anni '70. Ovvero per provare, questa sì violenta e anacronistica, la solita operazione di criminalizzazione del dissenso. E con esso le ragioni portate in piazza che parlano del presente e soprattutto del futuro. Un futuro che non c'è e va prima di tutto ripensato. Partendo da zero. E per farlo, come ha risposto [http://www.precaria.org/caro-saviano.html] San Precario a Saviano, i caschi possono servire a salvare le teste pensanti. Perché servirà molta intelligenza per evitare quello che, prevedibilmente, il governo proverà a fare da questo momento verso l'unica vera opposizione sulla scena con il terrorismo mediatico e la criminalizzazione generalizzata. Il percorso che ha portato al 14 ha dimostrato che questo movimento ha le potenzialità per evitare queste trappole e trasformare la sua protesta in una sfiducia ben più efficace di quella che avremmo visto in parlamento senza la compravendita dei voti fatta dalla destra.
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